Secondo la tradizione apocrifa Anna era la terzogenita di Mattan, un sacerdote della tribù di Levi. Le due sorelle maggiori di Anna, Maria e Sove, presero marito a Betlemme, dove la prima generò Maria di Salome e la seconda generò Elisabetta, la madre del Precursore. Anna si sposò con Gioacchino in Galilea e generò Maria, la Semprevergine Madre di Dio. Elisabetta e Maria sono dunque figlie di sorelle.
Sant'Anna visse per 69 anni, e suo marito Gioacchino per ottant'anni, ma Gioacchino morì due anni prima della moglie. La Theotokos rimase orfana di entrambi i genitori dopo la sua presentazione al Tempio, all'età di dodici anni (vedi 21 novembre).
Durante il regno dell'imperatore Giustiniano (527-565) a Costantinopoli fu costruita una chiesa in onore di sant'Anna. Poi l'imperatore Giustiniano II (685-695, 705-711) la restaurò, dal momento che sant'Anna era apparsa a sua moglie incinta.
Sant'Anna è invocata per il concepimento dei bambini e per l'aiuto nei parti difficili.
Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce. Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere».
Un giorno andarono a trovarlo la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fu annunziato: «Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose: «Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».
Sta scritto infatti che Abramo ebbe due figli, uno dalla schiava e uno dalla donna libera. Ma quello dalla schiava è nato secondo la carne; quello dalla donna libera, in virtù della promessa. Ora, tali cose sono dette per allegoria: le due donne infatti rappresentano le due Alleanze; una, quella del monte Sinai, che genera nella schiavitù, rappresentata da Agar - il Sinai è un monte dell'Arabia -; essa corrisponde alla Gerusalemme attuale, che di fatto è schiava insieme ai suoi figli. Invece la Gerusalemme di lassù è libera ed è la nostra madre. Sta scritto infatti:
Rallègrati, sterile, che non partorisci,
grida nell'allegria tu che non conosci i dolori del parto,
perché molti sono i figli dell'abbandonata,
più di quelli della donna che ha marito.