Queste due sante donne hanno in comune la sorte di essere rimaste vedove dopo il matrimonio.
Olimpia, rimasta senza marito, decise di donare le sue proprietà e di dedicare la sua vita al servizio dei poveri, cosa che le fu riconosciuta pubblicamente con il titolo di diaconessa. Lavorò in stretto contatto con san Giovanni Crisostomo e quando questi andò in esilio, tra di loro vi fu una intensa corrispondenza epistolare dove lo stesso Crisostomo la lodò per le virtù e le opere di carità.
Santa Eufrasia, parente dell'imperatore Teodosio, rimase anch'ella vedova senza aver consumato il matrimonio. Insieme alla madre si allontanò dalla città imperiale e si recò in Egitto. In un monastero della città di Tebe, dove già si trovavano 100 monache Eufrasia decise di consacrarsi ad una vita angelica, vissuta nella carità e nella preghiera. La madre continuò a viaggiare e a dare le proprie ricchezze per la costruzione di nuove chiese.