Domenica IV di Quaresima: San Giovanni Climaco
Nella quarta domenica dei digiuni della Grande Quaresima le Chiese di tradizione bizantina commemorano san Giovanni Climaco, monaco, asceta, esicasta, che visse nel VI secolo. La memoria di san Giovanni ricorre il 30 di marzo, ma essendo tale data sotto la Quaresima e non potendo nei giorni feriali celebrare la Divina Liturgia, vista la popolarità del santo tra i monaci per il suo esempio di vita ascetica, modello da seguire nel periodo quaresimale, si è posta la sua festa nella domenica odierna. Oggi, infatti, in molti monasteri inizia la lettura del suo grande libro di ascesi: la scala del Paradiso.
San Giovanni nacque verso il 575 in un luogo sconosciuto e la sua vita si sviluppò tra le montagne del Sinai e del Tabor, ove visse e raccontò le sue esperienze spirituali. Notizie su di lui sono riportate in un breve Bios scritto dal monaco Daniele del monastero di Raithu, dove si racconta che a sedici anni Giovanni, divenuto monaco sul monte Sinai, si fece discepolo dell’igumeno Martyrio.
Verso i vent’anni, scelse di vivere da eremita in una grotta ai piedi del monte Sinai, nella località di Tola, a circa otto chilometri dall’attuale monastero di Santa Caterina. Ma la solitudine non gli impedì di incontrare persone desiderose di avere una guida spirituale, come anche di recarsi in visita ad alcuni monasteri presso Alessandria d'Egitto. Il suo ritiro eremitico, infatti, lungi dall’essere una fuga dal mondo e dalla realtà umana, sfociò in un amore ardente per gli altri e per Dio.
Dopo quarant’anni di vita eremitica vissuta nell’amore per Dio e per il prossimo, anni durante i quali pianse, pregò, lottò contro i demoni, fu nominato igumeno del grande monastero del monte Sinai e ritornò così alla vita cenobitica, in monastero. Ma alcuni anni prima della morte, nostalgico della vita eremitica, passò al fratello Giorgio, monaco nello stesso monastero, la guida della comunità. Morì intorno al 649.
Divenne famoso per l’opera la Scala (klímax), conosciuta in Occidente come Scala del Paradiso. Composta su insistente richiesta dell'Igumeno del monastero di Raithu la Scala è un trattato completo di vita spirituale, in cui Giovanni descrive il cammino del monaco dalla rinuncia al mondo fino alla perfezione dell’amore.
Inni:
APOLITIKION
Con lo scorrere delle tue lacrime, hai reso fertile la sterilità del deserto e con gemiti dal profondo hai fatto fruttare al centuplo le tue fatiche, e sei divenuto un astro che illumina e risplende su tutta la terra. Per i tuoi prodigi, o santo padre nostro Giovanni, intercedi presso Cristo Dio per la salvezza delle anime nostre.
Ταῖς τῶν δακρύων σου ῥοαῖς, τῆς ἐρήμου τὸ ἄγονον ἐγεώργησας, καὶ τοῖς ἐκ βάθους στεναγμοῖς, εἰς ἑκατὸν τοὺς πόνους ἐκαρποφόρησας, καὶ γέγονας φωστήρ, τῇ Οἰκουμένῃ λάμπων τοῖς θαύμασιν Ἰωάννη Πατὴρ ἡμῶν ὅσιε, πρέσβευε Χριστῷ τῷ Θεῷ, σωθῆναι τὰς ψυχὰς ἡμῶν.
Tes tón dakrìo̱n sou roés, tís erímou tó ágonon egeórghisas, kiè tís ek váthus stenagmís, is ekatón toús pónus ekarpofóri̱sas, kiè gégonas fostír, tí Oikouméni lámpon tís thávmasin Ioánni Patír imón ósie, présveve Christó tó Theó, so̱thíne tás psichás imón.
KONDAKION
A te che, qual condottiera, per me combattesti, innalzo l’inno della vittoria; a te porgo i dovuti ringraziamenti io che sono la tua città, o Madre di Dio. Tu, per la invincibile tua potenza, liberami da ogni sorta di pericoli, affinché possa a te gridare: salve, o sposa sempre vergine.
Τῇ ὑπερμάχῳ στρατηγῷ τὰ νικητήρια, ὡς λυτρωθεῖσα τῶν δεινῶν εὐχαριστήρια, ἀναγράφω σοι ἡ Πόλις σου Θεοτόκε· Ἀλλ' ὡς ἔχουσα τὸ κράτος ἀπροσμάχητον, ἐκ παντοίων με κινδύνων ἐλευθέρωσον, ἵνα κράζω σοι· Χαῖρε νύμφη ἀνύμφευτε.
Ti ipermàcho stratigò ta nikitìria, os litrothìsa ton dhinòn evcharistìria anagràfo si i Pòlis su, Theotòke. All’òs èchusa to kràtos aprosmàchiton, ek pandìon me kindhìnon elefthèroson, ìna kràzo si: Chère, Nìmfi anìmfevte.
Letture:
- Epistola: Eb 6,13-20
- Vangelo: Mc 9,17-31