Secondo la tradizione antica della Chiesa, dal momento che sant'Anna era sterile, insieme a suo marito Gioacchino rimasero senza figli fino alla vecchiaia. Continuamente addolorati dalla mancanza di figli pregarono Dio con la promessa che, se avesse concesso loro il frutto del grembo, lo avrebbero offerto a lui come dono. E Dio, ascoltando la loro supplica, li ha informati tramite un Angelo sulla nascita della Vergine. E così, attraverso la promessa di Dio, Anna concepì secondo le leggi della natura e fu ritenuta degna di diventare la madre della Madre di nostro Signore (vedi anche 8 settembre).
Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce. Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere».
Un giorno andarono a trovarlo la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fu annunziato: «Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose: «Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».
Sta scritto infatti che Abramo ebbe due figli, uno dalla schiava e uno dalla donna libera. Ma quello dalla schiava è nato secondo la carne; quello dalla donna libera, in virtù della promessa. Ora, tali cose sono dette per allegoria: le due donne infatti rappresentano le due Alleanze; una, quella del monte Sinai, che genera nella schiavitù, rappresentata da Agar - il Sinai è un monte dell'Arabia -; essa corrisponde alla Gerusalemme attuale, che di fatto è schiava insieme ai suoi figli. Invece la Gerusalemme di lassù è libera ed è la nostra madre. Sta scritto infatti:Rallègrati, sterile, che non partorisci,grida nell'allegria tu che non conosci i dolori del parto,perché molti sono i figli dell'abbandonata,più di quelli della donna che ha marito.
Σήμερον τῆς ἀτεκνίας δεσμὰ διαλύονται· τοῦ Ἰωακεὶμ γὰρ καὶ τῆς Ἄννης εἰσακούων Θεός, παρ' ἐλπίδα τεκεῖν αὐτοὺς σαφῶς, ὑπισχνεῖται θεόπαιδα, ἐξ ἧς αὐτός ἐτέχθη ὁ ἀπερίγραπτος, βροτὸς γεγονώς, δι' Ἀγγέλου κελεύσας βοῆσαι αὐτῇ. Χαῖρε Κεχαριτωμένη, ὁ Κύριος μετὰ σοῦ.
Símeron tís ateknías desmá dialýonte: toú Ioakeím gár kié tís Ánnis isakúon Theós, par' elpída tekín a̓ftús safós, ypischníte theópeda, ex ís a̓ftós etéchthi o aperígraptos, vrotós ghegonós, di'Anghélou keléfsas voísai a̓ftí. Chére Kecharitoméni, o Kýrios metá soú.
Oggi sono sciolti i vincoli della sterilità poiché Dio, esaudendo Gioacchino ed Anna, promette loro che, contro ogni loro speranza, genereranno la divina fanciulla, colei dalla quale egli stesso, l'incircoscrivibile, divenuto mortale, è stato partorito; lui che, mediante un angelo, ha comandato di acclamare a lei cosi: Gioisci piena di grazia, il Signore è con te.