Sinassario

Quale elogio più bello potrebbe essere fatto ai corifei degli Apostoli che la testimonianza dello stesso Signore ha dato di loro? Gesù disse a Pietro: "tu sei beato" e "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa", e ha chiamato Paolo: "un vaso eletto, destinato a portare il mio nome prima dei principi e dei re".

Secondo la tradizione san Pietro morì crocifisso a Roma con la testa verso il basso, sotto Nerone tra il 64-67, e nello stesso periodo anche san Paolo morì martire, sempre a Roma, ma a differenza di Pietro decapitato perché era cittadino romano.

Vangelo

Matteo 16,13-19

 Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?».  Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti».  Disse loro: «Voi chi dite che io sia?».  Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».  E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli.  E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.  A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Epistola

2 Corinti 11,21-12,9

 Lo dico con vergogna; come siamo stati deboli!Però in quello in cui qualcuno osa vantarsi, lo dico da stolto, oso vantarmi anch'io.  Sono Ebrei? Anch'io! Sono Israeliti? Anch'io! Sono stirpe di Abramo? Anch'io!  Sono ministri di Cristo? Sto per dire una pazzia, io lo sono più di loro: molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie, infinitamente di più nelle percosse, spesso in pericolo di morte.  Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i trentanove colpi;  tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde.  Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli;  fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità.  E oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese.  Chi è debole, che anch'io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema?  Se è necessario vantarsi, mi vanterò di quanto si riferisce alla mia debolezza.  Dio e Padre del Signore Gesù, lui che è benedetto nei secoli, sa che non mentisco.  A Damasco, il governatore del re Areta montava la guardia alla città dei Damasceni per catturarmi,  ma da una finestra fui calato per il muro in una cesta e così sfuggii dalle sue mani.  Bisogna vantarsi? Ma ciò non conviene! Pur tuttavia verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore.  Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa - se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito fino al terzo cielo.  E so che quest'uomo - se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio -  fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare.  Di lui io mi vanterò! Di me stesso invece non mi vanterò fuorché delle mie debolezze.  Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato, perché direi solo la verità; ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi di più di quello che vede o sente da me.  Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia.  A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me.  Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo.

Inni

APOLITIKION

Οἱ τῶν Ἀποστόλων πρωτόθρονοι, καὶ τῆς Οἰκουμένης διδάσκαλοι, τῷ Δεσπότῃ τῶν ὅλων πρεσβεύσατε, εἰρήνην τῇ οἰκουμένῃ δωρήσασθαι, καὶ ταῖς ψυχαῖς ἡμῶν τὸ μέγα ἔλεος.

Oi tón Apostólon protóthroni, kiè tís ikouménis didáskali, tó Despóti tón ólon presvéfsate, irínin tí ikouméni dorísasthe, kiè tès psychès imón tó méga éleos.

Voi che tra gli Apostoli occupate il primo trono, voi maestri di tutta la terra, intercedete presso il Sovrano dell'universo perché doni alla terra la pace, e alle anime nostre la grande misericordia.