San Bartolomeo era originario della Galilea ed è stato uno dei Dodici Apostoli, questo è tutto ciò che si sa di lui in base al racconto dei Vangeli. Per quanto riguarda il suo lavoro apostolico non vi è nulla di certo, poiché alcuni dicono che predicò in Arabia, in Persia e soprattutto in India, portando in quei luoghi il Vangelo scritto da Matteo, ritrovato lì 100 anni dopo da Panteno, un filosofo stoico che più tardi divenne insigne maestro della scuola cristiana ad Alessandria. Altri dicono che andò in Armenia dove visse il suo martirio morendo crocifisso ad Albanopoli (o Urbanopoli). Questa versione trova conferma anche in un'antica tradizione conservata dagli Armeni.
L’incertezza sull'identità di Bartolomeo ha fatto supporre che Bartolomeo e Natanaele fossero la stessa persona, perché gli Evangelisti che menzionano Bartolomeo non menzionano Natanaele, e Giovanni, che parla solo di Natanaele come uno dei Dodici, non dice nulla su Bartolomeo. Infatti, Bartolomeo è un patronimico che significa "figlio di Talmai" (audace - spiritoso) e questo potrebbe essere stato il cognome di Natanaele. Secondo il Sinassario del 22 aprile Simone il Cananeo e Natanaele sono la stessa persona e gli Evangelisti che citano Simone il Cananeo non menzionano, Natanaele.
San Barnaba è considerato uno dei Settanta, era originario di Cipro e fu condiscepolo di Paolo. Come riportano gli Atti degli Apostoli san Barnaba possedeva un campo che vendette per portare il ricavato agli Apostoli (Atti 4:36-37). Prima della conversione di san Paolo, Barnaba era la guida dei Settanta, il primo nella predicazione e il principale portavoce; fu proprio lui poi ad unire san Paolo agli Apostoli quando questi avevano ancora paura di lui a causa della fama di grande persecutore della Chiesa di Saulo (Atti 9:26-27); san Barnaba volle Paolo come predicatore e lo portò con sè da Tarso ad Antiochia perché lo aiutasse a diffondere il Vangelo (At 11,25-26). San Barnaba viaggiò e predicò il Vangelo assieme a san Paolo in molti luoghi, fino a quando non venne lapidato dagli Ebrei nella sua nativa Cipro.
Durante il regno di Zenone, nell'anno 478, vennero ritrovate le sue sacre reliquie, sul petto aveva il Vangelo secondo Matteo, scritto in greco e di proprio pugno. Per questo motivo la Chiesa di Cipro ha ricevuto il diritto all'autocefalia (autogoverno) e al suo arcivescovo è stato dato il privilegio, come l'imperatore, di firmare i suoi decreti e le encicliche in Vermilion.
Intanto quelli che erano stati dispersi dopo la persecuzione scoppiata al tempo di Stefano, erano arrivati fin nella Fenicia, a Cipro e ad Antiochia e non predicavano la parola a nessuno fuorché ai Giudei. Ma alcuni fra loro, cittadini di Cipro e di Cirène, giunti ad Antiochia, cominciarono a parlare anche ai Greci, predicando la buona novella del Signore Gesù. E la mano del Signore era con loro e così un gran numero credette e si convertì al Signore. La notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, la quale mandò Barnaba ad Antiochia.
Quando questi giunse e vide la grazia del Signore, si rallegrò e, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede, esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel Signore. E una folla considerevole fu condotta al Signore. Barnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo e trovatolo lo condusse ad Antiochia. Rimasero insieme un anno intero in quella comunità e istruirono molta gente; ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani.
In questo tempo alcuni profeti scesero ad Antiochia da Gerusalemme. E uno di loro, di nome Agabo, alzatosi in piedi, annunziò per impulso dello Spirito che sarebbe scoppiata una grave carestia su tutta la terra. Ciò che di fatto avvenne sotto l'impero di Claudio. Allora i discepoli si accordarono, ciascuno secondo quello che possedeva, di mandare un soccorso ai fratelli abitanti nella Giudea; questo fecero, indirizzandolo agli anziani, per mezzo di Barnaba e Saulo.
Disse il Signore: «Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza Colui che mi ha mandato».
I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli».
In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto».