Originario di Dorostolla in Misia della Tracia, sant'Emiliano, vissuto al tempo di Giuliano l'Apostata (360-363), era lo schiavo di un pagano. Infiammato d'amore per la verità, un giorno entrò in un tempio pagano e con un mantello distrusse tutte le statue che vi si trovavano. Ignari di ciò che era accaduto, i pagani nuovamente ricosostruirono gli idoli. Il Santo di nuovo li fracassò e questa volta si fece riconoscere gridando verso la folla e intimando di non affidarsi a idoli vani. Arrestato, venne crudelmente battuto con nervi di bue e gettato nel fuoco, fino a quando rese la sua anima a Dio.
Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.
Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi? Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio come sta scritto:
Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno,
siamo trattati come pecore da macello.
Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.