Questi santi martiri romani erano militari di alto rango al servizio dell'imperatore Massimiano al quale fu riferito che non prendevano parte alle feste degli idoli. Chiamati a dare spiegazione della loro condotta confessarono la loro fede nell'unico Dio. Per indurli a cambiare idea vennero vestiti con abiti femminili e fatti sfilare per le strade. In seguito vennero crudelmente flagellati, tanto che sotto i colpi della frusta san Bacco morì. Questo accadde nell'anno 296. San Sergio fu trasferito a Resafa di Siria, dove fu torturato e decapitato. La sua tomba a Resafa divenne meta di pellegrinaggi che venivano da lontano come l'Europa occidentale. La città di Resafa fu in seguito ribattezzata Sergiopoli in suo onore.
Fratelli i santi per fede conquistarono regni, esercitarono la giustizia, conseguirono le promesse, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trovarono forza dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri. Alcune donne riacquistarono per risurrezione i loro morti. Altri poi furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione. Altri, infine, subirono scherni e flagelli, catene e prigionia. Furono lapidati, torturati, segati, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati - di loro il mondo non era degno! vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra.
Eppure, tutti costoro, pur avendo ricevuto per la loro fede una buona testimonianza, non conseguirono la promessa: Dio aveva in vista qualcosa di meglio per noi, perché essi non ottenessero la perfezione senza di noi. Anche noi dunque, circondati da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede.