San Caritone è nato a Iconio nell'eparchia di Lycaonia. Sotto l'imperatore Diocleziano fu convocato davanti al tribunale del console che, con la forza della sua parola, lo condannò per errore dalla sua coraggiosa confessione di Cristo. Quattro uomini lo stesero a terra, lo colpirono e lo torturarono con il fuoco. Uscito dal carcere, si rifugiò in Egitto. Dopo l'editto liberatorio di Costantino il Grande nel 313, andò in Palestina e lì convertì una grotta in una chiesa in un luogo chiamato Pharan per praticare la vita ascetica (330). Ma presto dovette lasciare questo posto per fuggire dalle moltitudini che stavano venendo da lui e ritirarsi sulla montagna di Doucas nelle grotte intorno a Gerico (340). Vedendo che un gran numero di monaci si stavano radunando intorno a lui, costruì una terza laura, vicino al luogo chiamato Thecoa, in Siriaco "Souka", o" monastero ", chiamato anche" L'antica Laura "o" la Laura di San Chariton ".Prima di morire, il Santo ritornò a Pharan e lì dedicò la sua anima in pace nel 350.
E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo.
Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale. Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita.
Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, ancora più abbondante ad opera di un maggior numero, moltiplichi l'inno di lode alla gloria di Dio.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti.
Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:
«Beati voi poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli.