Due monaci, attorno alla metà del IV secolo, si recarono in pellegrinaggio a Gerusalemme in visita al Santo Sepolcro. Qui, a seguito di un'apparizione, ritrovarono il capo del Precursore nella casa di Erode. Dalle loro mani il capo passò in possesso di un vasaio che lo venerò con zelo e lo portò nella città di Emesa. Sentendosi oramai prossimo alla morte il vasaio lasciò la preziosa reliquia alla sorella perché la custodisse. Dopo la morte della donna molte persone, nel tempo, entrarono in possesso della reliquia, fino ad Eustachio, un sacerdote e monaco eretico, che ne sfruttò i miracoli per sostenere la sua eresia e guadagnarne denaro. Per questo motivo gli Ortodossi lo scacciarono dalla grotta in cui viveva, ma il capo del Precursore, all'insaputa di tutti, vi rimase nascosto.
Qui restò fino al tempo degli Imperatori Valentiniano e Marciano (450-457), quando, dopo diverse manifestazioni miracolose, venne ritrovata l'urna contenente il santo capo. Consegnato a Uranio, Vescovo di Emesa, il capo del Precursore operò molti miracoli e guarigioni.
(vedi anche la ricorrenza del 25 Maggio)
Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?». Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me». Mentre questi se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re! E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta. Egli è colui, del quale sta scritto:
Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero
che preparerà la tua via davanti a te.
In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono. La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, egli è quell'Elia che deve venire. Chi ha orecchi intenda.
Queste cose, fratelli, le ho applicate a modo di esempio a me e ad Apollo per vostro profitto perché impariate nelle nostre persone a stare a ciò che è scritto e non vi gonfiate d'orgoglio a favore di uno contro un altro. Chi dunque ti ha dato questo privilegio? Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come non l'avessi ricevuto?
Già siete sazi, già siete diventati ricchi; senza di noi già siete diventati re. Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo regnare con voi. Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all'ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo diventati spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini. Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati. Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo, ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi.
Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come figli miei carissimi. Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il vangelo.
Ἐκ γῆς ἀνατείλασα ἡ τοῦ Προδρόμου κεφαλή, ἀκτῖνας ἀφίησι τῆς ἀφθαρσίας, πιστοῖς τῶν ἰάσεων, ἄνωθεν συναθροίζει, τὴν πληθὺν τῶν Ἀγγέλων, κάτωθεν συγκαλεῖται, τῶν ἀνθρώπων τὸ γένος, ὁμόφωνον ἀναπέμψαι, δόξαν Χριστῷ τῷ Θεῷ.
Ek gí̱s anateílasa i̱ toú Prodrómou kefalí̱, aktínas afíi̱si tí̱s aftharsías, pistís tó̱n iáseo̱n, áno̱then synathrízi, tí̱n pli̱thýn tó̱n Angélo̱n, káto̱then synkalíte, tó̱n anthró̱po̱n tó génos, omófo̱non anapémpse, dóxan Christó̱ tó̱ Theó̱.
Sorta dalla terra, il capo del Precursore sprigiona per i fedeli raggi di incorruttibilità capaci di sanare; essa raduna in alto la moltitudine degli Angeli e convoca in basso la stirpe degli Uomini, perché a una sol voce rendano gloria a Cristo Dio.
Προφῆτα Θεοῦ, καὶ Πρόδρομε τῆς χάριτος, τὴν Κάραν τὴν σήν, ὡς ῥόδον ἱερώτατον, ἐκ τῆς γῆς εὑράμενοι, τὰς ἰάσεις πάντοτε λαμβάνομεν· καὶ γὰρ πάλιν ὡς πρότερον, ἐν κόσμῳ κηρύττεις τὴν μετάνοιαν.
Profí̱ta Theoú, kaí Pródrome tí̱s cháritos, tí̱n Káran tí̱n sí̱n, o̱s ródon ieró̱taton, ek tí̱s gí̱s e̔v̱rámeni, tás iásis pántote lamvánomen: kiè gár pálin o̱s próteron, en kósmo̱ ki̱rýttis tí̱n metánian.
O Profeta di Dio e Precursore della grazia, nel rinvenire il tuo Capo come eletto fiore, ne riceviamo ognora dei benefici; e invero anche adesso, come prima, tu predichi al mondo la penitenza.