Sinassario

Agata nacque attorno al 235 in Sicilia, a Palermo o a Catania. La sua famiglia, nobile e ricca, la educò alla fede cristiana e Agata crebbe nella bellezza e nella fede, tanto che a quindici anni decise di consacrarsi a Dio.

Quando Quinziano, proconsole di Catania, la vide ne fu immediatamente attratto e, grazie all'editto di persecuzione dei cristiani emesso dall'imperatore Decio, poté arrestarla, così quando le fu condotta davanti tentò di sedurla, ma Agata riuscì ad opporsi. Allora Quinziano la affidò ad Afrodisia, una cortigiana che aveva il compito di renderla più accondiscendente ai suoi desideri. Agata allora, sebbene costretta ad assistere a festini e divertimenti osceni, resistette nel proteggere la sua verginità.

Quinziano allora, deluso nelle sue aspettative e non comprendendo un tale atteggiamento, scagliò la sua rabbia verso la Santa facendola sottoporre a terribili torture, ma queste anziché farla desistere, le davano nuovo vigore. Allora Quinziano, colmo di furore, le fece amputare i seni, il segno distintivo del suo martirio, ma riportata in cella le ferite si rimarginarono e quando, dopo quattro giorni, tornò al cospetto di Quinziano, questo non poté che riconoscere la sua sconfitta e trasformò la sua delusione e la sua rabbia in odio: ordinò quindi che la Santa venisse arsa viva; la tradizione vuole che mentre il corpo della Santa bruciava il suo velo non bruciasse e ciò fece diventare “il velo di Sant'Agata” una reliquia preziosissima.