La tradizione racconta che san Pancrazio fu il primo vescovo di Taormina, in Sicilia, e che visse al tempo degli Apostoli. Nacque nelle vicinanze di Antiochia e ricevette il battesimo a Gerusalemme dagli stessi Apostoli, perché suo padre si era recato colà per conoscere Gesù. Alla morte dei suoi genitori abbandonò i suoi beni e si ritirò in una grotta nella regione del Ponto in Asia. Passando attraverso questa regione san Pietro lo condusse con sé ad Antiochia, poi in Cicilia. Lì il santo incontrò anche san Paolo che lo ordinò vescovo a Taormina, assieme a lui ordinò anche altri due vescovi, Crescente in Galazia e Marziano a Siracusa. In occasione di un banchetto venne invitato a baciare la statua di un idolo, ma egli si rifiutò, distruggendo la statuetta facendola rovinare al suolo dopo che era stata segnata con il segno della croce. Questo rifiuto provocò la rabbia dei presenti che lo uccisero in un agguato.
Tale era infatti il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli; egli non ha bisogno ogni giorno, come gli altri sommi sacerdoti, di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché egli ha fatto questo una volta per tutte, offrendo se stesso. La legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti all'umana debolezza, ma la parola del giuramento, posteriore alla legge, costituisce il Figlio che è stato reso perfetto in eterno. Il punto capitale delle cose che stiamo dicendo è questo: noi abbiamo un sommo sacerdote così grande che si è assiso alla destra del trono della maestà nei cieli, ministro del santuario e della vera tenda che il Signore, e non un uomo, ha costruito.