Nel mese di marzo del 303, nel diciannovesimo anno dell'impero di Diocleziano, vennero pubblicati degli editti imperiali, validi per tutto il territorio, che davano ordine di distruggere le chiese, bruciare le Scritture e sollevare dalle cariche pubbliche coloro che avessero continuato a professare il cristianesimo. In seguito, sotto l'istigazione di Galerio e di Massimiano, furono promulgati nuovi decreti, ordinando che in ogni paese i capi della Chiesa fossero imprigionati e che questi fossero costretti, con ogni mezzo, al sacrificio.
In Nicomedia, l'attuale Izmit, in Turchia, in seguito allo scoppio di un incendio nel palazzo reale, di cui, per ordine di Massimiano, vennero accusati i cristiani, venne emesso un ordine imperiale che, senza distinzione, mise a morte tutti i cristiani: alcuni perirono di spada, altri furono gettati in fondo al mare, altri ancora furono messi al rogo e, si narra, che incitati da zelo divino alcuni uomini e donne si gettarono volontariamente sulle pire funerarie.
Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.
Il sale è buono, ma se anche il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si salerà? Non serve né per la terra né per il concime e così lo buttano via. Chi ha orecchi per intendere, intenda.