Sant'Eutimio, ieromartire
Sant'Eutimio nacque a Ouzara, in Asia. Per qualche tempo condusse vita monastica e, in seguito, venne elevato a Vescovo di Sardi, in Licia. Favorevole al culto delle immagini sacre, ebbe un ruolo molto importante nel confutare le tesi degli eretici durante il Secondo Concilio di Nicea nel 787.
Notato dall'Imperatrice Irene e dall'Imperatore Costantino VI, ricevette diversi incarichi in qualità di ambasciatore. Ma, attorno all'anno 805, sotto l'imperatore Niceforo, il Santo e altri vescovi ortodossi, venne esiliato a Pantelleria per aver conferito tonsura monastica a una giovane ragazza.
Nell'815 Leone V l'Armeno lo richiamò dall'esilio e gli chiese se ancora rendesse venerazione alle Iconi. Il Santo, così come aveva l'abitudine di fare, rispose con orgoglio e poi colpì l'Imperatore con un anatema, e questo, furioso, decretò immediatamente il suo nuovo esilio ad Assos, in Misia, dove rimase dall'815 all'821. Quando Leone V venne assassinato da Michele il Balbuziente, il Santo fu richiamato dall'esilio e gli venne chiesto di rinunciare al culto delle Iconi, ma questi si rifiutò e pertanto fu esiliato nuovamente ad Acritas. Nell'824 fu rinchiuso in una prigione e torturato, il Santo morì otto giorni dopo, nel giorno dopo la festa della Natività secondo la carne di Nostro Signore, Dio e Salvatore Gesù Cristo.