Sinassario

San Onofrio visse nel IV secolo, prima nel cenobio di Hermopolis vicino a Tebe in Egitto, poi come eremita nel deserto, dove sul finire della sua vita terrena fu ritrovato da san Pafnuzio. Quando Pafnuzio lo incontrò per la prima volta nel deserto si spaventò, poiché vide Onofrio coperto di peli come una bestia selvaggia e nudo tranne che nei lombi, dove aveva posto un piccolo abito cucito con foglie. Appena Onofrio vide Pafnuzio gli disse che era giunto presso di lui per volontà divina poiché lui stava per morire e quindi avrebbe dovuto seppellirlo nella grotta dove aveva vissuto nei suoi anni di eremitaggio. Dopo avergli raccontato la sua dura esperienza ascetica, Onofrio morì, e così come gli era stato ordinato, Pafnuzio lo seppellì. Mosso dal desiderio di emulare le gesta di Onofrio, Pafnuzio decise di restare nella grotta, ma non appena vi si stabilì un crollo ne impedì l'uso come riparo e lo stesso albero di datteri che per molti anni aveva fornito nutrimento ad Onofrio si seccò. Allora Pafnuzio comprese che la sua missione era quella di ritornare nel monastero per rendere noto a tutti le gesta di sant'Onofrio.

Epistola

Romani 8,14-21

Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!». Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi.
La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.