Sinassario

San Teodosio nacque nel 424 in Cappadocia. Ancora giovane, abbracciò la vita monastica. Di lui sappiamo che si recò ad Antiochia per ricevere la benedizione di San Simeone Stilita e che poi andò a Gerusalemme, durante il regno di Marciano (450-457), e, da lì, nel deserto, dove visse per trent'anni cibandosi di fichi secchi ed erbe selvatiche e senza mai mangiare pane. Intorno a 465, tra Betlemme e la laura di San Saba, costruì un grande cenobio con tre cappelle, una per i monaci di lingua greca, un'altra per gli Armeni e una terza per gli Slavi, in cui celebrare la Liturgia della Parola; poi tutti si riunivano nel Catholicon per la celebrazione eucaristica in lingua greca. Grazie ai suoi numerosi miracoli, la sua fama raggiunse numerosi re, e l'odore della sua santità si diffuse in tutto il mondo. Morì particolarmente vecchio, l'11 Gennaio del 529. Il famoso cenobio, che giunse a contenere quattrocento monaci, una locanda, una casa per i poveri, una casa per anziani e laboratori di ogni genere, fu saccheggiata dagli Agareniani nell'809 e nell'813, e poi completamente distrutto nel XV secolo.

L'appellativo “Cenobiarca” gli deriva dall'avere avuto sotto la propria autorità diversi monasteri.

Epistola

Ebrei 13,7-16

Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio; considerando attentamente l'esito del loro tenore di vita, imitatene la fede.  Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre!  Non lasciatevi sviare da dottrine diverse e peregrine, perché è bene che il cuore venga rinsaldato dalla grazia, non da cibi che non hanno mai recato giovamento a coloro che ne usarono.  Noi abbiamo un altare del quale non hanno alcun diritto di mangiare quelli che sono al servizio del Tabernacolo.  Infatti i corpi degli animali, il cui sangue vien portato nel santuario dal sommo sacerdote per i peccati, vengono bruciati fuori dell'accampamento.

Perciò anche Gesù, per santificare il popolo con il proprio sangue, patì fuori della porta della città.  Usciamo dunque anche noi dall'accampamento e andiamo verso di lui, portando il suo obbrobrio,  perché non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura.  Per mezzo di lui dunque offriamo continuamente un sacrificio di lode a Dio, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome.

Non scordatevi della beneficenza e di far parte dei vostri beni agli altri, perché di tali sacrifici il Signore si compiace.

Vangelo

Luca 4,1-15

Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo». Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; sta scritto infatti:
Ai suoi angeli darà ordine per te,
perché essi ti custodiscano
;
e anche:
essi ti sosterranno con le mani,
perché il tuo piede non inciampi in una pietra
».
Gesù gli rispose: «È stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo». Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.
Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi.