Questo santo, grande e rinomato tra gli asceti d'Egitto, visse nel IV secolo a Scete, in Nitria. Dopo la morte di sant'Antonio il Grande, laciò Scete per vivere nella grotta di sant'Antonio, dicendo questo: «così nella grotta di un leone, una volpe fa la sua dimora».
Visse in quella grotta per molti anni nel duro lavoro dell'ascesi verso il Cielo e, quando stava ormai per morire, i monaci gli si riunirono intorno e videro il suo volto che cominciava a brillare e lui che diceva: «Ecco, l'abate Antonio è venuto»; poi: «Ecco, il coro dei Profeti è venuto», il suo volto divenne ancora più luminoso, e ancora: «Ecco, il coro degli Apostoli è venuto».
La luce del suo volto aumentò ancora e sembrava che parlasse con qualcuno. I Padri gli chiesero cosa succedesse e lui, nella sua umiltà, disse che stava chiedendo agli Angeli il tempo per pentirsi. Infine il suo volto divenne luminoso come il sole, creando panico e spavento tra i presenti, e disse: «Ecco, il Signore è venuto, e dice: "Voglio la nave del deserto", poi, appena rese la sua anima nelle mani di Dio, ci fu come un lampo di luce e tutta l'abitazione si riempì di un dolce profumo.