Samuele apparteneva alla tribù di Efraim e nel primo dei Libri di Samuele si racconta che sua madre, Anna, era sterile. Anna si recò presso il santuario di Silo per pregare il Signore e ne ottiene miracolosamente un figlio che chiamò Samuele e che consacrò al Signore, con voto di nazireato, lasciandolo vivere presso l'anziano sacerdote Eli nel tempio di Silo (cfr. 1 Samuele 1-2). Ancora giovincello Samuele ricevette la vocazione a diventare giudice e profeta in mezzo al popolo ebraico (cfr. 1 Samuele 3) e quando invecchiò fu lui che scelse il primo re per il popolo ebraico, Saul ed il suo successore Davide giocando un ruolo di primo piano nella nascita della monarchia Israelitica.
Fratelli, non comportatevi da bambini nei giudizi; siate come bambini quanto a malizia, ma uomini maturi quanto ai giudizi. Sta scritto nella Legge:
Parlerò a questo popolo in altre lingue
e con labbra di stranieri,
ma neanche così mi ascolteranno,
dice il Signore. Quindi le lingue non sono un segno per i credenti ma per i non credenti, mentre la profezia non è per i non credenti ma per i credenti. Se, per esempio, quando si raduna tutta la comunità, tutti parlassero con il dono delle lingue e sopraggiungessero dei non iniziati o non credenti, non direbbero forse che siete pazzi? Se invece tutti profetassero e sopraggiungesse qualche non credente o un non iniziato, verrebbe convinto del suo errore da tutti, giudicato da tutti; sarebbero manifestati i segreti del suo cuore, e così prostrandosi a terra adorerebbe Dio, proclamando che veramente Dio è fra voi.