Oltre alla solenne sinassi del 26 marzo, dal IX secolo la Chiesa in questa data commemora per la seconda volta l'Arcangelo Gabriele. La ragione di questa festa è nel desiderio di commemorare il santo Arcangelo al di fuori del tempo di Quaresima, quando le solennità ecclesiastiche sono necessariamente limitate. Oggi si festeggiano tutti i miracoli compiuti dal santo Arcangelo.
Disse il Signore ai suoi discepoli: «Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato». I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto».
Se, infatti, la parola trasmessa per mezzo degli angeli si è dimostrata salda, e ogni trasgressione e disobbedienza ha ricevuto giusta punizione, come potremo scampare noi se trascuriamo una salvezza così grande? Questa infatti, dopo essere stata promulgata all'inizio dal Signore, è stata confermata in mezzo a noi da quelli che l'avevano udita, mentre Dio testimoniava nello stesso tempo con segni e prodigi e miracoli d'ogni genere e doni dello Spirito Santo, distribuiti secondo la sua volontà. Non certo a degli angeli egli ha assoggettato il mondo futuro, del quale parliamo. Anzi, qualcuno in un passo ha testimoniato:
Che cos'è l'uomo perché ti ricordi di lui
o il figlio dell'uomo perché tu te ne curi?
Di poco l'hai fatto inferiore agli angeli,
di gloria e di onore l'hai coronato
e hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi.
Avendogli assoggettato ogni cosa, nulla ha lasciato che non gli fosse sottomesso. Tuttavia al presente non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomessa. Però quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo ora coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti. Ed era ben giusto che colui, per il quale e del quale sono tutte le cose, volendo portare molti figli alla gloria, rendesse perfetto mediante la sofferenza il capo che li ha guidati alla salvezza.
Τῶν οὐρανίων στρατιῶν Ἀρχιστράτηγε, δυσωποῦμέν σε ἀεὶ ἡμεῖς οἱ ἀνάξιοι, ἵνα ταῖς σαῖς δεήσεσι τειχίσῃς ἡμᾶς, σκέπῃ τῶν πτερύγων τῆς ἀϋλου σου δόξης, φρουρῶν ἡμᾶς προσπίπτοντας ἐκτενῶς καὶ βοῶντας· ἐκ τῶν κινδύνων λύτρωσαι ἡμᾶς, ὡς Ταξιάρχης τῶν ἄνω δυνάμεων.
Tón ouraníon stratión Archistrátighe, dysopoúmén se aí i̱meís i anáxioi, ína taís saís deísesi teichísis imás, sképi tón pterýgon tís aflou sou dóxis, frourón imás prospíptontas ektenós kaí voóntas: ek tón kindýnon lýtrose imás, os Taxiárchis tón áno dynámeon.
Capo supremo dei celesti eserciti, noi indegni ti supplichiamo: con le tue preghiere sii per noi baluardo; custodisci al riparo delle ali della tua gloria immateriale, noi che ci prostriamo e con insistenza gridiamo: liberaci dai peicoli, tu che sei principe delle supreme schiere.