Grande e Santo Mercoledì
Nel Grande e Santo Mercoledì si ricorda l'unzione da parte della peccatrice. Questo tema dell'unzione ha una importanza grandissima, in quanto è già un annuncio della sepoltura di Gesù. La peccatrice con la sua unzione anticipa l'imbalsamazione del corpo vivificante del Signore. È il Signore stesso che attribuisce all'unzione della peccatrice questo grande significato, che dovrà essere ricordato fino alla fine dei tempi. Il contatto con Gesù salva in un modo totale e illumina la peccatrice, che prima era immersa nei piaceri della notte e sprofondava nell'abisso del male.
La Liturgia di questo giorno mette in luce il contrasto tra il gesto generoso della peccatrice e il tradimento di Giuda. Questa donna cosparge di un profumo preziosissimo colui che è l'Unto d'Israele e con le sue lacrime, oltre a lavare i piedi del Salvatore, lava e cancella anche i suoi peccati, perché molto ha amato. Invece Giuda vuole speculare su questo gesto d'amore e fa dei conti sull'unguento della peccatrice, lui che stava per vendere l'Unto di Dio. Giuda che aveva respirato la grazia di Gesù, si separa da lui per l'invidia e per l'amore del danaro; mentre una donna peccatrice, confessando con le sue lacrime i peccati, diventa una mirofora ancor prima della sepoltura del Signore. Questa è la grandezza della conversione!
Inni:
Idù, o Ninfios èrchete
(Tropario mesonittico)
Ἰδοὺ ὁ Νυμφίος ἔρχεται ἐν τῷ μέσῳ τῆς νυκτός, καὶ μακάριος ὁ δοῦλος, ὃν εὑρήσει γρηγοροῦντα, ἀνάξιος δὲ πάλιν, ὃν εὑρήσει ῥαθυμοῦντα. Βλέπε οὖν ψυχή μου, μὴ τῶ ὕπνω κατενεχθής, ἵνα μῄ τῶ θανάτω παραδοθής, καὶ τῆς βασιλείας ἔξω κλεισθής, ἀλλὰ ἀνάνηψον κράζουσα. Ἅγιος, Ἅγιος, Ἅγιος εἶ ὁ Θεός ἡμῶν, δυνάμει τοῦ Σταυροῦ σου σῶσον ἡμᾶς.
Idù, o Nimfios èrchete en dò mèso tis nictòs. kiè makàrios o dhùlos, on evrìsi grigorùnda; anàxios de pàlin, on evrisi rathimunda. Vlèpe un psichi mu, mi to ipno katenechthis, ina mi to thanàto paradothis, kiè tis Basilìas èxo klisthis; allà anànipson, kràzusa: aghios, àghios, àghios i, o Theòs imòn; dià tis Theotòku, elèison imàs.
Ecco, lo Sposo viene nel mezzo della notte. Beato il servo che Egli troverà desto; indegno, invece, colui che troverà ozioso. Bada, anima mia, di non lasciarti prendere dal sonno, per non essere consegnata alla morte ed esclusa dal Regno. Rientra in te stessa ed esclama: Santo, santo, santo sei, o Dio, per l'intercessione della Madre di Dio, abbi pietà di noi.
Ton ninfòna
(exapostilarion)
Τὸν νυμφώνά σου βλέπω, Σωτήρ μου κεκοσμημένον, καὶ ἔνδυμα οὐκ ἔχω, ἵνα εἰσέλθω ἐν αὐτῷ, λάμπρυνόν μου τὴν στολὴν τῆς ψυχῆς, Φωτοδότα, καὶ σώσόν με.
Ton ninfòna su vlèpo, Sotir mu kekosmimènon, kiè èndima uk ècho, ina isèltho en aftò. Lambrinòn mù ti stolìn tis psichìs, Fotodòta kiè sòson me.
Vedo pronta la tua camera nuziale, o Salvatore, ma non ho l'abito per potervi entrare. Rendi splendente la veste dell'anima mia, o Datore di luce, e salvami.
Letture:
- Epistola: Esodo 2,11-22; Giobbe 2,1-10
- Vangelo: Matteo 26,6-16