Uno stichiron prosomion della V Domenica dei digiuni scrive: «Cantiamo, o fedeli ... l'inno vigilare delle Palme a Cristo che viene nella gloria a Gerusalemme ... per uccidere la morte». L'inno vigilare di cui parla lo stichiron è preso dal Salmo 118: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore … Benedetto il figlio di Davide». Era il grido dei guerrieri per il Re che tornava vittorioso dalle sue imprese militari. Questo grido ci mostra l'idea di messianismo che ha il popolo ebreo. Gesù invece applica alla sua entrata in Gerusalemme un testo tratto da Zc 9,9, che gli Ebrei non avevano mai ritenuto un testo messianico: «Guarda il tuo re che viene, giusto, vittorioso, umile, cavalcando un asino».
Gesù ha sempre rimproverato ai Giudei di interpretare a modo loro la Scrittura e di adattarla, mutilarla o imbavagliarla a loro piacimento. Invece il Signore utilizza proprio quei testi scartati dalla teologia ufficiale per invalidare l'idea di un messianismo considerato erroneo.
La gente accorsa numerosa a Gerusalemme per le imminenti feste pasquali secondo l'evangelista Matteo si chiede: «Chi è Costui?». A questa domanda risponde l'ode IX del Mattutino delle Palme: «Egli è Dio: nessuno è pari a Lui. Egli ha scrutato ogni via giusta e l'ha data a Israele, suo diletto; dopo di ciò ha vissuto con gli uomini e si è fatto vedere». Inoltre nella nona antifone dell'Ufficio dei 12 Vangeli si canta: «Non ingannatevi, Giudei; è Lui che vi ha salvati nel mare e vi ha nutriti nel deserto, è Lui la vita, la luce e la pace del mondo».
p. Vittorio Scirchio
Τὴν κοινὴν Ἀνάστασιν, πρὸ τοῦ σοῦ Πάθους πιστούμενος, ἐκ νεκρῶν ἤγειρας τὸν Λάζαρον Χριστὲ ὁ Θεός· ὅθεν καὶ ἡμεῖς ὡς οἱ Παῖδες, τὰ τῆς νίκης σύμβολα φέροντες, σοὶ τῷ Νικητῇ τοῦ θανάτου βοῶμεν· Ὡσαννὰ ἐν τοῖς ὑψίστοις, εὐλογημένος ὁ ἐρχόμενος, ἐν ὀνόματι Κυρίου.
Tin kinìn anàstasin * pro tu su pàthus pistùmenos, * ek nekròn ìghiras ton Làzaron, Christè o Theòs; * òthen ke imìs, os i pèdhes, * ta tis nìkis sìmvola fèrondes, * si to nikitì tu thanàtu voòmen: * Osannà en tis ipsìstis, * evloghimènos o erchòmenos * en onòmati Kirìu.
Per confermare la comune risurrezione, prima della tua passione, hai risuscitato Lazzaro, o Cristo Dio, onde anche noi, come i fanciulli, portando i simboli della vittoria, a Te, vincitore della morte, gridiamo: Osanna nel più alto dei cieli, benedetto Colui che viene nel nome del Signore.
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Συνταφέντες σοι διὰ τοῦ Βαπτίσματος, Χριστὲ ὁ Θεὸς ἡμῶν, τῆς ἀθανάτου ζωῆς ἠξιώθημεν τῇ Ἀναστάσει σου, καὶ ἀνυμνοῦντες κράζομεν· Ὡσαννὰ ἐν τοῖς ὑψίστοις, εὐλογημένος ὁ ἐρχόμενος, ἐν ὀνόματι Κυρίου.
Sindafèndes si dhià tu vaptìsmatos, Christè o Theòs imòn, tis athanàtu zoìs ixiòthimen ti Anastàsi su ke animnùndes kràzomen: Osannà en tis ipsìstis, evloghimènos o erchòmenos en onòmati Kirìu.
Sepolti assieme a te o Cristo Dio nostro, per mezzo del battesimo e della tua risurrezione siamo resi degni della vita immortale. Perciò inneggiando gridiamo a Te: osanna nel più alto dei cieli; benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Τῷ θρόνῳ ἐν οὐρανῷ, τῷ πώλῳ ἐπὶ τῆς γῆς, ἐποχούμενος Χριστὲ ὁ Θεός, τῶν Ἀγγέλων τὴν αἴνεσιν, καὶ τῶν Παίδων ἀνύμνησιν προσεδέξω βοώντων σοι· Εὐλογημένος εἶ ὁ ἐρχόμενος, τὸν Ἀδὰμ ἀνακαλέσασθαι.
To thròno en uranò, to pòlo epì tis ghis epochùmenos, Christè o Theòs, ton anghèlon tin ènesin, ke ton pèdhon anìmnisin prosedhèxo voòndon si: Evloghimènos o erchòmenos ton Adhàm anakalèsasthe.
O Cristo Dio, che nei cieli sei assiso sul tuo trono e sulla terra siedi su un puledro, ti siano accette anche le lodi degli Angeli e le acclamazioni dei fanciulli Giudei che a te gridano: benedetto sei Tu che vieni a rialzare il caduto Adamo.
Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.
In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri. Ciò che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, è quello che dovete fare. E il Dio della pace sarà con voi!
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?». Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
Il giorno seguente, la gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando:
Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore,
il re d'Israele!
Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto:
Non temere, figlia di Sion!
Ecco, il tuo re viene,
seduto sopra un puledro d'asina.
Sul momento i suoi discepoli non compresero queste cose; ma quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che questo era stato scritto di lui e questo gli avevano fatto. Intanto la gente che era stata con lui quando chiamò Lazzaro fuori dal sepolcro e lo risuscitò dai morti, gli rendeva testimonianza. Anche per questo la folla gli andò incontro, perché aveva udito che aveva compiuto quel segno.