Quest'ultima domenica prima della Grande Quaresima dei digiuni è dedicata a due temi importanti: il perdono e il ricordo della cacciata dal Paradiso di Adamo ed Eva. Il tema del perdono è sottolineato dal passo del Vangelo di Matteo che si legge nella Divina Liturgia, dove Gesù dice:
"se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe (Mt 6,14-15)".
La necesità del perdono nasce dal bisogno di essere riconciliati con Dio e con gli uomini per poter fare un vero cammino quaresimale. Infatti, frutto del peccato è la divisione mentre frutto dell'amore è la comunione. Chi cerca l'amore di Dio non può che vivere cercando la comunione con i fratelli.
Nelle ufficiature del Vespro e del Mattutino gli inni liturgici richiamano la nostra attenzione sul pianto di lamento che Adamo compie per la sua nuova condizione:
"Sedette Adamo davanti al paradiso e piangendo la propria nudità così faceva lamento: aimè, mi sono lasciato convincere e depredare da un malvagio inganno e sono stato allontanato dalla Gloria; aimè, nudo e nella semplicità e ora mancante di tutto! O Paradiso, mai più godrò delle tue delizie, mai più vedrò il Signore, mio Dio e Creatore, perché me ne andrò alla terra dalla quale sono stato tratto. Abbi misericordia, o Pietoso, e a te io grido: abbi misericordia di me che sono caduto"(doxasticon del Vespro).
La Quaresima è il periodo in cui piangiamo con Adamo ed Eva davanti al cancello chiuso del Paradiso, e con loro ci pentiamo per i peccati che ci hanno privato della comunione con Dio. Ma la Quaresima è anche un periodo in cui ci prepariamo a celebrare l'evento salvifico della morte di Gesù Cristo, che ha riaperto per noi le porte del Paradiso. Così il dolore per il nostro esilio nel peccato è temperato dalla speranza del nostro rientro in Paradiso.
La sera di questo stesso giorno, ai vespri del Lunedì, inizia la Grande Quaresima dei digiuni e l’astensione dai prodotti lattiero-caseari (l'astensione dalla carne è iniziata il lunedì precedente). Tutti i giorni della quaresima, eccetto il 25 marzo (festa dell'Annunciazione), il sabato e la domenica, sono aliturgici (non viene celebrata la Divina Liturgia); il mercoledì e il venerdì si celebra un ufficio di comunone detto dei Presantificati o Projasmena, ossia la comunione con l'Eucarestia consacrata la domenica precedente.
Τῆς σοφίας ὁδηγέ, φρονήσεως χορηγέ, τῶν ἀφρόνων παιδευτά, καὶ πτωχῶν ὑπερασπιστά, στήριξον, συνέτισον τὴν καρδίαν μου Δέσποτα. Σὺ δίδου μοι λόγον, ὁ τοῦ Πατρός Λόγος· ἰδοὺ γὰρ τὰ χείλη μου, οὐ μὴ κωλύσω ἐν τῷ κράζειν σοι· Ἐλεῆμον, ἐλέησόν με τὸν παραπεσόντα.
Tis sofìas odhighè, * fronìseos chorighè, * ton afrònon pedheftà * ke ptochón iperaspistà, stìrixon, sinètison * tin kardhìan mu, Dhèspota; * sí dhìdhu mi lògon, * o tu Patròs Lògos; * idhù gar ta chíli mu * u mí kolíso en do krázin si: * Eleìmon, eléisón me* ton parapesònda.
Maestro di sapienza e guida dell’intelletto, che ti compiaci istruire gli ignoranti e proteggere i poveri, tu o Signore, fortifica e ammaestra il cuor mio. Tu che sei il Verbo del divin Padre, infondi anche a me la tua parola ed io non frenerò le mie labbra dal ripeterti: o misericordioso, abbi pietà di me, miseramente caduto.
Questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri. Accogliete tra voi chi è debole nella fede, senza discuterne le esitazioni. Uno crede di poter mangiare di tutto, l'altro invece, che è debole, mangia solo legumi. Colui che mangia non disprezzi chi non mangia; chi non mangia, non giudichi male chi mangia, perché Dio lo ha accolto. Chi sei tu per giudicare un servo che non è tuo? Stia in piedi o cada, ciò riguarda il suo padrone; ma starà in piedi, perché il Signore ha il potere di farcelo stare.
Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.
E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.