Domenica V di Quaresima: Santa Maria Egiziaca
Giunti quasi al termine della Quaresima, la Chiesa propone alla nostra considerazione la figura ascetica di Santa Maria Egiziaca. L'intento è quello di mostrare ai fedeli ed al Cristiano di ogni epoca la potenza della conversione in genere e, nello specifico, la trasformazione radicale dell'individuo che incontra Cristo: Maria, da prostituta della corrotta Alessandria d'Egitto, ad esempio di ascesi, degna di essere paragonata negli sticheri del Vespro a Giovanni Battista.
Nata nel 345 circa in Egitto, visse da prostituta per 17 anni. Travagliata interiormente per il tipo di vita che conduceva, un giorno si imbarcò con dei pellegrini per la Terra Santa. Nella città Santa di Gerusalemme, il giorno della festa della Croce cercava di entrare anche lei nella Basilica, ma una forza la respingeva e solo l'intercessione della Madre di Dio le permise di entrare e di venerare il Sacro Legno. Questo episodio segnò la conversione di Maria. Uno degli sticheri del Vespro scrive: «Volto lo sguardo a un'icona della Madre di Dio, riconosciute tutte le precedenti colpe, con fiducia ti sei prostrata al legno prezioso».
Dopo la conversione Maria si ritirò nel deserto per irrorarlo con le sue lacrime di pentimento e di penitenza: «essendosi stabilita nel deserto lungo il Giordano, scelse la stessa dimora del Battista». Nel deserto iniziò la sua lotta ascetica, combattendo la sua buona battaglia e trasformandosi quasi in pura preghiera «sollevandosi da terra, durante i suoi colloqui con Dio» (Sticheri del Vespro). Fu lo ieromonaco Zosima a raccontare la vicenda della sua vita, avendola incontrata nel suo luogo di penitenza. Maria chiese a Zosima che la visitasse periodicamente per portarle la comunione e nell'anno 421 lo ieromonaco, essendo andato per portarle la comunione, la trovò morta. La Santa è veneratissima in oriente, ma anche in occidente.
La Chiesa Bizantina, volendo sostenere i fedeli a perseverare nell'agone delle virtù, presenta la figura di Maria Egiziaca, affinché essi possano continuare e terminare in pace la Quaresima, contemplare la vivificante passione del Signore e, il giorno della Resurrezione, risorgere attraverso il dono del Santissimo Spirito sgorgato dal Suo costato trafitto. La figura di Maria Egiziaca è immagine della guarigione del cuore dal buio in cui si trova, grazie all'incontro con Gesù. Benedetto XVI nel suo messaggio per la Quaresima 2011 scrive: «Cristo vuole aprire il nostro sguardo interiore, perché la nostra fede diventi sempre più profonda e possiamo riconoscere in Lui l'unico nostro Salvatore».
La pericope evangelica che si legge in questa domenica è tratta dal vangelo di Marco (Mc 10, 32-45). Secondo me è uno dei testi più belli di questo vangelo perché contiene l'essenzialità del messaggio di Gesù. Gesù termina il suo “cammino” e si apre quello di «Gerusalemme». Sono gli ultimi giorni della vita terrena di Gesù e nella pericope si parla di una predizione dettagliata e articolata della sua imminente passione. Scrive J. Mateos nel suo commento al suddetto passo: «Gesù smentisce l'attesa dei Dodici (o nuovo Israele), i quali sperano che Gesù prenda il potere politico nella capitale. Per questo espone loro l'ostilità mortale del sistema religioso giudaico contro di lui, e il risultato, che non sarà il suo trionfo personale, ma la vittoria del sistema, anche se solo apparente, poiché la morte non interromperà la sua vita».
Agli “Erode”, “ai grandi”, “ai capi delle nazioni” che esercitano il dominio dell'uomo sull'uomo, Gesù oppone un modello di servizio e di dedizione che crea l'uguaglianza.
p. Vittorio Scirchio
Inni:
APOLITIKION
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Ἐν σοὶ μῆτερ ἀκριβῶς, διεσώθη τὸ κατ' εἰκόνα· λαβοῦσα γὰρ τὸν Σταυρόν, ἠκολούθησας τῷ Χριστῷ, καὶ πράττουσα ἐδίδασκες· ὑπερορᾶν μὲν σαρκός, παρέρχεται γάρ, ἐπιμελεῖσθαι δὲ ψυχῆς, πράγματος ἀθανάτου· διὸ καὶ μετὰ Ἀγγέλων συναγάλλεται, Ὁσία Μαρία τὸ πνεῦμά σου
En sí míter akrivós, diesóthi tó kat' ikóna: lavoúsa gár tón Stavrón, ikoloúthisas tó Christó, kié práttousa edídaskes: yperorán mén sarkós, parérchete gár, epimelísthe dé psychís, prágmatos athanátou: dió kié metá Anghélon synagállete, Osía María tó pnevmá sou.
In te, o Madre, hai avuto cura di conservare intatta l’immagine divina, poiché hai abbracciata la croce per seguire Gesù, insegnando con l’esempio a disprezzare la carne corruttibile, e ad apprezzare invece l’anima, opera immortale. Giustamente ora il tuo spirito, o Madre Maria, esulta in mezzo agli angeli.
KONDAKION
Προστασία τῶν Χριστιανῶν ἀκαταίσχυντε, μεσιτεία πρὸς τὸν Ποιητὴν ἀμετάθετε. Μὴ παρίδῃς ἁμαρτωλῶν δεήσεων φωνάς, ἀλλὰ πρόφθασον, ὡς ἀγαθή, εἰς τὴν βοήθειαν ἡμῶν, τῶν πιστῶς κραυγαζόντων σοι· Τάχυνον εἰς πρεσβείαν, καὶ σπεῦσον εἰς ἱκεσίαν, ἡ προστατεύουσα ἀεί, Θεοτόκε, τῶν τιμώντων σε.
Prostasìa ton Christianòn akatèschinde, mesitìa pros ton Piitìn ametàthete, mi parìdhis amartolòn dheìseon fonàs, allà pròfthason, os agathì, is tin voìthian imòn ton pistòs kravgazòndon si: tàchinon is presvìan ke spèfson is ikesìan, i prostatèvusa aì, Theotòke, ton timòndon Se.
O invincibile Protettrice dei Cristiani, inconcussa mediatrice presso il Creatore, non disprezzare le voci di supplica di noi peccatori, ma affrettati, pietosa, a venire in aiuto di noi che con fede a Te gridiamo: o Madre di Dio, non tardare ad intercedere per noi; orsù, muoviti a pregare per noi, Tu che ognora proteggi quanti ti venerano.
Letture:
- Epistola: Eb 9,11-14
- Vangelo: Mc 10,32-45