Domenica II di Pasqua: di san Tommaso
Domenica dedicata all'incontro tra il Signore risorto e l'apostolo Tommaso.
Quando il Signore risorto incontrò per la prima volta gli Apostoli nella casa dove si nascondevano, Tommaso era assente. Al suo rientro Tommaso scoprì che qualcosa di strano era successo, gli altri non erano più in preda alla tristezza e al pianto ma alla gioia: affermavano di aver visto il Signore risorto, il Signore vivo!
Immaginiamo la reazione titubante e lo sguardo incredulo e riluttante di Tommaso: ma cosa dite, quando mai si è visto un morto in vita? Possiamo ancora immaginare il discorso che incalza e i tentativi, da parte degli Apostoli, di convincerlo della verità della loro affermazione, e le domande di Tommaso, su come fosse avvenuto l'incontro e chi era presente e quali parole "il Signore" avesse detto. Possiamo sentire il cuore di Tommaso che batte sempre più forte e il dubbio che, pian piano si insinua e prende il posto della certezza di quella morte. Ma come scongiurare che quell'uomo che lui non ha visto e che gli altri indicano come il Signore non sia un impostore? Come evitare di cadere nelle grinfie di un uomo che conosce il loro dolore? Con forza Tommaso affermerà che crederà solamente quando potrà mettere le sue dita nelle piaghe della passione che solo il corpo del Signore può avere: «se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e con loro questa volta c'era anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, e si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!».
ae2012
Inni:
APOLITIKION
Χριστὸς ἀνέστη ἐκ νεκρῶν, θανάτω θάνατον πατήσας, καὶ τοὶς ἐν τοῖς μνήμασι, ζωὴν χαρισάμενος.
Christòs anèsti ek nekròn, * thanàto thànaton patìsas, * ke tis en tis mnìmasi * zoìn charisàmenos.
Cristo è risorto dai morti, con la morte ha calpestato la morte, dando in grazia la vita a coloro che giacevano nei sepolcri.
* * * * *
Ἐσφραγισμένου τοῦ μνήματος ἡ ζωὴ ἐκ τάφου ἀνέτειλας Χριστὲ ὁ Θεός, καὶ τῶν θυρῶν κεκλεισμένων, τοῖς Μαθηταῖς ἐπέστης ἡ πάντων ἀνάστασις, πνεῦμα εὐθὲς δι' αὐτῶν ἐγκαινίζων ἡμῖν, κατὰ τὸ μέγα σου ἔλεος.
Esfraghismènu tu mnìmatos, i zoì ek tàfu anètilas, Christè o Theòs; ke ton thiròn keklismènon, tis Mathitès epèstis, i pàndon anàstasis, pnèvma evthès dhi’aftòn enghenìzon imìn, katà to mèga su èleos.
Essendo sigillato il sepolcro, sei venuto fuori dalla tomba, o Cristo Dio, nostra vita; chiuse le porte, ti sei presentato ai tuoi discepoli, resurrezione di tutti, per mezzo loro rinnovando in noi uno spirito retto, secondo la tua grande pietà.
KONDAKION
Εἰ καὶ ἐν τάφῳ κατῆλθες ἀθάνατε, ἀλλὰ τοῦ Ἄδου καθεῖλες τὴν δύναμιν, καὶ ἀνέστης ὡς νικητής, Χριστὲ ὁ Θεός, γυναιξὶ Μυροφόροις φθεγξάμενος, Χαίρετε, καὶ τοὶς σοὶς Ἀποστόλοις εἰρήνην δωρούμενος ὁ τοὶς πεσοῦσι παρέχων ἀνάστασιν.
I kiè en tafo katiltès atànate, allà tu adhu kathilès tin dhìnamin, kiè anèstis os nikitìs Kristè o Theòs, yinexì Mirofòris fthexàmenos, chièrete, kiè tis si Apòstolis irìnin dhorùmenos o tìs pesùsi parèchon anàstasin.
Sei disceso nella tomba, o Immortale, e all'incontro hai distrutta la potenza dell'inferno e sei risorto qual vincitore; o Cristo Dio, esclamando alle donne che ti recavano aromi: salve! e hai concesso la pace ai tuoi Apostoli, tu che dai ai peccatori la risurrezione.
Letture:
- Epistola: Atti 5, 12-20
- Vangelo: Giovanni 20, 19-31