Domenica dedicata all'incontro tra il Signore risorto e l'apostolo Tommaso.
Quando il Signore risorto incontrò per la prima volta gli Apostoli nella casa dove si nascondevano, Tommaso era assente. Al suo rientro Tommaso scoprì che qualcosa di strano era successo, gli altri non erano più in preda alla tristezza e al pianto ma alla gioia: affermavano di aver visto il Signore risorto, il Signore vivo!
Immaginiamo la reazione titubante e lo sguardo incredulo e riluttante di Tommaso: ma cosa dite, quando mai si è visto un morto in vita? Possiamo ancora immaginare il discorso che incalza e i tentativi, da parte degli Apostoli, di convincerlo della verità della loro affermazione, e le domande di Tommaso, su come fosse avvenuto l'incontro e chi era presente e quali parole "il Signore" avesse detto. Possiamo sentire il cuore di Tommaso che batte sempre più forte e il dubbio che, pian piano si insinua e prende il posto della certezza di quella morte. Ma come scongiurare che quell'uomo che lui non ha visto e che gli altri indicano come il Signore non sia un impostore? Come evitare di cadere nelle grinfie di un uomo che conosce il loro dolore? Con forza Tommaso affermerà che crederà solamente quando potrà mettere le sue dita nelle piaghe della passione che solo il corpo del Signore può avere: «se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e con loro questa volta c'era anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, e si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!».
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Giovanni 20,19-31
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Atti 5,12-20
Molti miracoli e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; degli altri, nessuno osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava. Intanto andava aumentando il numero degli uomini e delle donne che credevano nel Signore fino al punto che portavano gli ammalati nelle piazze, ponendoli su lettucci e giacigli, perché, quando Pietro passava, anche solo la sua ombra coprisse qualcuno di loro. Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti immondi e tutti venivano guariti.
Si alzò allora il sommo sacerdote e quelli della sua parte, cioè la setta dei sadducei, pieni di livore, e fatti arrestare gli apostoli li fecero gettare nella prigione pubblica. Ma durante la notte un angelo del Signore aprì le porte della prigione, li condusse fuori e disse: «Andate, e mettetevi a predicare al popolo nel tempio tutte queste parole di vita».
Χριστὸς ἀνέστη ἐκ νεκρῶν, θανάτω θάνατον πατήσας, καὶ τοὶς ἐν τοῖς μνήμασι, ζωὴν χαρισάμενος.
Christòs anèsti ek nekròn, * thanàto thànaton patìsas, * ke tis en tis mnìmasi * zoìn charisàmenos.
Cristo è risorto dai morti, con la morte ha calpestato la morte, dando in grazia la vita a coloro che giacevano nei sepolcri.
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Ἐσφραγισμένου τοῦ μνήματος ἡ ζωὴ ἐκ τάφου ἀνέτειλας Χριστὲ ὁ Θεός, καὶ τῶν θυρῶν κεκλεισμένων, τοῖς Μαθηταῖς ἐπέστης ἡ πάντων ἀνάστασις, πνεῦμα εὐθὲς δι' αὐτῶν ἐγκαινίζων ἡμῖν, κατὰ τὸ μέγα σου ἔλεος.
Esfraghismènu tu mnìmatos, i zoì ek tàfu anètilas, Christè o Theòs; ke ton thiròn keklismènon, tis Mathitès epèstis, i pàndon anàstasis, pnèvma evthès dhi’aftòn enghenìzon imìn, katà to mèga su èleos.
Essendo sigillato il sepolcro, sei venuto fuori dalla tomba, o Cristo Dio, nostra vita; chiuse le porte, ti sei presentato ai tuoi discepoli, resurrezione di tutti, per mezzo loro rinnovando in noi uno spirito retto, secondo la tua grande pietà.
Εἰ καὶ ἐν τάφῳ κατῆλθες ἀθάνατε, ἀλλὰ τοῦ Ἄδου καθεῖλες τὴν δύναμιν, καὶ ἀνέστης ὡς νικητής, Χριστὲ ὁ Θεός, γυναιξὶ Μυροφόροις φθεγξάμενος, Χαίρετε, καὶ τοὶς σοὶς Ἀποστόλοις εἰρήνην δωρούμενος ὁ τοὶς πεσοῦσι παρέχων ἀνάστασιν.
I kiè en tafo katiltès atànate, allà tu adhu kathilès tin dhìnamin, kiè anèstis os nikitìs Kristè o Theòs, yinexì Mirofòris fthexàmenos, chièrete, kiè tis si Apòstolis irìnin dhorùmenos o tìs pesùsi parèchon anàstasin.
Sei disceso nella tomba, o Immortale, e all'incontro hai distrutta la potenza dell'inferno e sei risorto qual vincitore; o Cristo Dio, esclamando alle donne che ti recavano aromi: salve! e hai concesso la pace ai tuoi Apostoli, tu che dai ai peccatori la risurrezione.